La città di Lucera ebbe origine in seguito alla dispersione degli eroi greci di ritorno dalla guerra di Troia; la leggenda vuole Lucera fondata dall'eroe greco Diomede, il quale, di ritorno da Troia, sbarcò sulle coste adriatiche.
Una storia, quella di Lucera, ricca ed appassionante:
alleata di Roma durante le guerre sannitiche, divenne colonia romana nel 314 a.C. e rimase fedele alla Repubblica senza mai cedere ai Cartaginesi, anche dopo la vittoria di Annibale a Canne. Lucera si avvalse di magistrature simili a quelle romane ed ebbe il potere di battere moneta.
Essa vide accrescere la sua importanza negli anni dell'Impero, epoca in cui nella città furono costruiti un maestoso anfiteatro, un centro termale, numerosi templi dedicati a varie divinità e tra queste Apollo e Cerere.
Quando, poi, ebbe inizio la decadenza dell'Impero Lucera conservò la sua importanza politica: con Costantino il Grande divenne capoluogo di Puglia e Calabria.
La favorevole posizione geografica di Lucera, punto intermedio tra Roma e Bisanzio, tra Occidente ed Oriente, la rese bersaglio degli attacchi di vari popoli invasori.
Fu protagonista nelle lotte tra Bizantini e Longobardi ed interessata all'avanzata delle truppe di Costante II. Nel 663 d.C. Lucera fu distrutta, appunto, dall'esercito bizantino allorchè questo scese in guerra contro i Longobardi. Mantenne comunque un ruolo importante nel panorama politico-amministrativo della Daunia.
La storia di questa città, a partire dal 1200, si fuse con quella della casa degli Svevi, in particolare con quella di Federico II.
Il Re svevo promosse il trasferimento di migliaia di arabi di Sicilia, detti anche Saraceni, Mussulmani o Mori, nella cittadina.
Lucera, che prima era cristiana, divenne città saracena.
I Saraceni apparivano alle popolazioni cristiane come gli infedeli, i seguaci di Maometto.
A ben considerare, il loro modo di combattere, la loro indisciplina, l'avidità che esprimevano nella conquista dei bottini di guerra, il loro saper essere corsari, rapinatori, contribuiva a diffondere l'opinione per cui...fosse gente da tenere alla larga!
E' molto probabile che questo giudizio così negativo del popolo lucerino di allora provenisse dai nemici di Federico II, tanto più che non sono mancati nel tempo giudizi di tutt'altro tenore, opinioni che inducono a considerare la gente del posto di cui si tratta resistente alla fatica, coraggiosa, fedele, ma anche pronta ad andare subito allo sbaraglio.
Di certo il tempo è il farmaco più appropriato per debellare malattie endemiche ed epidemiche, come le maldicenze.... e per irrobustire gli aspetti più sani e significativi di una popolazione e di un territorio.
Ecco che Lucera diventa terra di Santi e di cultura.
Una storia, quella di Lucera, ricca ed appassionante:
alleata di Roma durante le guerre sannitiche, divenne colonia romana nel 314 a.C. e rimase fedele alla Repubblica senza mai cedere ai Cartaginesi, anche dopo la vittoria di Annibale a Canne. Lucera si avvalse di magistrature simili a quelle romane ed ebbe il potere di battere moneta.
Essa vide accrescere la sua importanza negli anni dell'Impero, epoca in cui nella città furono costruiti un maestoso anfiteatro, un centro termale, numerosi templi dedicati a varie divinità e tra queste Apollo e Cerere.
Quando, poi, ebbe inizio la decadenza dell'Impero Lucera conservò la sua importanza politica: con Costantino il Grande divenne capoluogo di Puglia e Calabria.
La favorevole posizione geografica di Lucera, punto intermedio tra Roma e Bisanzio, tra Occidente ed Oriente, la rese bersaglio degli attacchi di vari popoli invasori.
Fu protagonista nelle lotte tra Bizantini e Longobardi ed interessata all'avanzata delle truppe di Costante II. Nel 663 d.C. Lucera fu distrutta, appunto, dall'esercito bizantino allorchè questo scese in guerra contro i Longobardi. Mantenne comunque un ruolo importante nel panorama politico-amministrativo della Daunia.
La storia di questa città, a partire dal 1200, si fuse con quella della casa degli Svevi, in particolare con quella di Federico II.
Il Re svevo promosse il trasferimento di migliaia di arabi di Sicilia, detti anche Saraceni, Mussulmani o Mori, nella cittadina.
Lucera, che prima era cristiana, divenne città saracena.
I Saraceni apparivano alle popolazioni cristiane come gli infedeli, i seguaci di Maometto.
A ben considerare, il loro modo di combattere, la loro indisciplina, l'avidità che esprimevano nella conquista dei bottini di guerra, il loro saper essere corsari, rapinatori, contribuiva a diffondere l'opinione per cui...fosse gente da tenere alla larga!
E' molto probabile che questo giudizio così negativo del popolo lucerino di allora provenisse dai nemici di Federico II, tanto più che non sono mancati nel tempo giudizi di tutt'altro tenore, opinioni che inducono a considerare la gente del posto di cui si tratta resistente alla fatica, coraggiosa, fedele, ma anche pronta ad andare subito allo sbaraglio.
Di certo il tempo è il farmaco più appropriato per debellare malattie endemiche ed epidemiche, come le maldicenze.... e per irrobustire gli aspetti più sani e significativi di una popolazione e di un territorio.
Ecco che Lucera diventa terra di Santi e di cultura.
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