Il ritenere che lo svolgersi della storia sia determinato dalla Divina Provvidenza non può non condurre alla convinzione che la storia si concluderà con la salvezza dell'uomo.
Evidentemente, però, non si tratta di una salvezza generalizzata; in altri termini, non è stata progettata dalla Provvidenza la salvezza dell'intero genere umano, ma di quella parte di umanità (secondo alcuni semplicemente predestinata) più educata al sacrificio, al compimento del bene (il bene per l'altro è privazione per sè), al corretto esercizio della libertà (libertà nel bene, non libertà nel vizio, nell'egoismo, nella prevaricazione).
La salvezza di cui si parla è la salvezza dei cristiani, di chi vive secondo la volontà di Dio, di coloro che regneranno in eterno con Dio.
"Per primo nacque Caino, che appartiene alla città degli uomini; poi nacque Abele, che appartiene alla città di Dio. [...] Per primo nacque il cittadino di questo secolo, poi colui che è straniero in questo secolo ed appartiene alla città di Dio, predestinato e scelto dalla grazia, in virtù della grazia reso straniero sulla terra e cittadino nel Cielo".
(La Città di Dio, trad. di C. Carena, Einaudi, Torino 1992 pp. 692 - 693)
Evidentemente, però, non si tratta di una salvezza generalizzata; in altri termini, non è stata progettata dalla Provvidenza la salvezza dell'intero genere umano, ma di quella parte di umanità (secondo alcuni semplicemente predestinata) più educata al sacrificio, al compimento del bene (il bene per l'altro è privazione per sè), al corretto esercizio della libertà (libertà nel bene, non libertà nel vizio, nell'egoismo, nella prevaricazione).
La salvezza di cui si parla è la salvezza dei cristiani, di chi vive secondo la volontà di Dio, di coloro che regneranno in eterno con Dio.
"Per primo nacque Caino, che appartiene alla città degli uomini; poi nacque Abele, che appartiene alla città di Dio. [...] Per primo nacque il cittadino di questo secolo, poi colui che è straniero in questo secolo ed appartiene alla città di Dio, predestinato e scelto dalla grazia, in virtù della grazia reso straniero sulla terra e cittadino nel Cielo".
(La Città di Dio, trad. di C. Carena, Einaudi, Torino 1992 pp. 692 - 693)
Nessun commento:
Posta un commento